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Proprietà Milan, cosa può cambiare? Si parla di Galliani vice presidente

Milan, Cardinale guarda al futuro: holding con gli Yankees e ruolo chiave per Adriano Galliani.
Negli ultimi giorni in casa Milan ha preso corpo una clamorosa indiscrezione. Al centro delle voci il futuro della proprietà americana, con un possibile intreccio che metterebbe in relazione il vertice di RedBird, gli Yankees e una figura storica del calcio italiano: Adriano Galliani.
L’ipotesi Steinbrenner e le parole di Pellegatti sul futuro del Milan
Secondo quanto riportato da Carlo Pellegatti, «Gerry Cardinale vuole aprire una holding con la famiglia Steinbrenner», proprietaria degli Yankees. Il giornalista ha spiegato su YouTube che «la maggioranza probabilmente di quest’ultima. La prima azione potrebbe essere di pagare il debito ad Elliot e potrebbe quindi uscire dal Milan. Sarebbe una new company da 7 miliardi di euro».
Un passaggio delicato che non escluderebbe la continuità del numero uno di RedBird: «Cardinale non verrebbe liquidato e seguirebbe comunque l’asse Milan» ha aggiunto Pellegatti. In sostanza, l’eventuale ingresso degli Steinbrenner non coinciderebbe con un addio definitivo del manager americano, anzi; aprirebbe a un modello di governance differente, sostenuto da capitali ancora più importanti.
Galliani, Allegri e i possibili piani della nuova struttura
Il primo nome che affiora nelle parole di Pellegatti è quello di Adriano Galliani, figura che ha legato la sua carriera ai trionfi del Milan berlusconiano: «Il vice presidente dovrebbe essere Adriano Galliani, responsabile della parte sportiva del Milan e anche della parte politica» ha raccontato. Secondo le informazioni raccolte, l’attuale dirigente del Monza verrebbe fortemente voluto da Cardinale per dare solidità istituzionale e competenza sportiva a un progetto destinato ad allargarsi.
Non mancano indicazioni anche sull’allenatore: «Fiducia ad Allegri con Cardinale che non dovrebbe uscire dal Milan, ma con gli Steinbrenner proprietari. Il piano sarebbe avere Galliani a fine settembre». Una prospettiva che cambierebbe radicalmente l’assetto dirigenziale del club: rafforzerebbe la struttura societaria e rilancerebbe la connessione tra il Milan e il mondo americano.
