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Open Var, il dialogo su Milan-Bologna: così è stato tolto il rigore a Nkunku

Nel ritorno di Open Var su Dazn, il confronto tra arbitro e sala VAR durante Milan-Bologna.
Open Var è tornato. Dazn e l’AIA rimettono sotto i riflettori il programma che svela i dialoghi tra arbitri e sala VAR sugli episodi più discussi del campionato. Un format nato per aumentare la trasparenza e che ora riparte con la 3ª giornata di Serie A, subito ricca di casi caldissimi: dal rigore annullato al Milan contro il Bologna all’espulsione di Massimiliano Allegri.
Il rigore tolto al Milan: il lungo confronto tra arbitro e sala VAR
Il caso più acceso è stato quello del rigore non assegnato al Milan nei minuti conclusivi della sfida con il Bologna. Al centro dell’episodio il contatto su Nkunku, valutato a lungo dal direttore di gara e dalla sala VAR. Nel dialogo si sente l’arbitro affermare: «Buono buono buono per me petto» e poco dopo «Per me niente». Dal VAR arriva la risposta: «Riguardiamocela tutta, ha fischiato fallo per il contatto con Lucumì». Gli assistenti insistono: «Il controllo di petto è regolare… qui è l’attaccante che allarga la gamba, cerca lui il contrasto». La decisione finale, dopo un lungo confronto, porta all’annullamento del penalty con l’arbitro che accetta l’indicazione: «Ok».
Le parole di Rocchi e il caso Allegri: errori riconosciuti dall’AIA
Non meno acceso il passaggio sull’espulsione di Allegri. Gli audio mostrano il richiamo del IV uomo: «Matteo, rosso ad Allegri». Un intervento che ha acceso il dibattito anche per i toni in panchina. Rocchi, nelle sue considerazioni, non ha fatto sconti: «Il primo era rigore, il secondo no. Se avessimo lavorato bene questa clip veniva un capolavoro. L’arbitro doveva fischiare il primo rigore in campo, poi rivedere l’intero episodio». Sul cartellino rosso al tecnico, il designatore ha aggiunto: «Ho chiesto collaborazione anche di fronte a errori, noi siamo qui a riconoscerli». Con “Open Var” l’AIA mostra volontà di trasparenza e autocritica, confermando la linea di maggiore apertura voluta dalla governance arbitrale. Una strada che non cancella gli errori, ma rende più chiaro il processo decisionale che spesso in campionato decide partite cruciali.

