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Milan, news e curiosità di Luka Modric che pochi tifosi conoscono


Dalla guerra in Croazia al Pallone d’Oro, fino alla passione per Boban e ai suoi riti scaramantici: ecco le curiosità meno note su Luka Modric, nuovo numero 14 del Milan.

Un’infanzia tra le bombe e il sogno di un pallone

Non tutti sanno che Luka Modric ha imparato a giocare a calcio nei parcheggi di un hotel per rifugiati. Da bambino, durante la guerra in Croazia, la sua famiglia trovò riparo nell’hotel Kolovare di Zara. Mentre fuori cadevano le bombe, Luka passava le giornate a palleggiare tra le macchine. Giocava tutto il giorno e rompeva più finestre delle bombe.

Dietro quel talento precoce si nascondeva un bambino segnato da un dolore profondo: a soli sei anni, vide uccidere suo nonno, figura centrale nella sua infanzia. Quell’episodio lo rese introverso, ma anche tenace. Gli osservatori locali lo descrivevano come un ragazzo silenzioso, sempre con il pallone tra i piedi.

Il suo primo idolo fu Zvonimir Boban, leggenda rossonera e simbolo del Milan degli anni Novanta. Non a caso, Modric ha confessato di essere stato tifoso del Milan da bambino. Gli piaceva tantissimo Boban. Per lui seguiva il Milan, era il suo riferimento. Un legame che oggi, con il suo arrivo in rossonero, chiude un cerchio lungo trent’anni.

Il carattere di ferro dietro il volto pacato

Dietro l’aspetto gentile e il tono misurato, Modric nasconde un fuoco competitivo che pochi conoscono. Al Real Madrid lo chiamavano “vinagre”, aceto, per il suo carattere spigoloso in allenamento. Si arrabbiava davvero tanto. Non gli piaceva perdere, nemmeno in partitella.

Questa mentalità lo ha accompagnato in ogni squadra. Dopo essere stato scartato dall’Hajduk Spalato perché considerato troppo gracile, Luka giurò a sé stesso di non farsi mai più giudicare per il fisico. Anni dopo, quel ragazzino “troppo magro” divenne il miglior centrocampista del mondo.

Fu anche uno dei primi giocatori a introdurre un rituale personale prima di ogni partita: allacciare le scarpe partendo sempre dal piede destro e toccare tre volte il terreno prima del calcio d’inizio. Un gesto di concentrazione, più che di scaramanzia. Persino al Real Madrid, dove superstizioni e rituali abbondano, i compagni rispettavano il suo momento di silenzio prima di entrare in campo.

Passione per il Milan, libri e vita semplice

Oltre al calcio, Modric coltiva interessi lontani dai riflettori. È un lettore appassionato di biografie storiche, in particolare di Nelson Mandela, di cui cita spesso una frase: “Non giudicatemi dai miei successi, ma da quante volte sono caduto e mi sono rialzato”.

Nonostante la fama, ha mantenuto uno stile di vita sobrio. Vive lontano dagli eccessi e, nei ritiri, passa le serate a guardare film con i compagni o a scrivere nel suo taccuino personale, un’abitudine che porta avanti da quando aveva 14 anni.

Il legame con il Milan è rimasto costante: per il suo decimo compleanno, i genitori gli regalarono una tuta rossonera, regalo che ha conservato fino a oggi. Dopo una carriera stellare con 6 Champions League, 5 Supercoppe Europee e un Pallone d’Oro, il sogno d’infanzia si è finalmente avverato.

A 40 anni, Modric gioca con la maglia del Milan con la stessa umiltà con cui giocava nei parcheggi di Zara. Dietro ogni trofeo c’è la storia di un bambino che non ha mai smesso di credere nel pallone e nel sogno di indossare i colori rossoneri.

Luka Modrić con sguardo intenso e ravvicinato in panchina durante una delle sue ultime presenze con il Real Madrid
Lo sguardo intenso di Luka Modrić dalla panchina durante una delle sue ultime presenze in maglia blanca (fonte: Image Photo Agency/via Delta Pictures) – www.noimilan.it

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