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Nuovo stadio Milan, sarà un progetto che lascerà a bocca aperta

Interno dello stadio Iconico di Lusail durante light show progettato da Foster + Partners e MANICA

L’architetto Norman Foster parla del nuovo stadio di Milan e Inter: «Disegnare lo sconosciuto è il compito del progettista». Il visionario britannico anticipa una struttura innovativa, senza dimenticare la memoria di San Siro.

Alla Triennale di Milano, davanti a un pubblico attento e curioso, Lord Norman Foster ha raccontato per la prima volta il suo approccio alla realizzazione del nuovo stadio destinato a Milan e Inter. Il progetto, sviluppato dal suo studio in collaborazione con Manica Architecture, segna una svolta storica per il futuro del calcio milanese.

Foster, architetto tra i più rinomati al mondo, ha parlato con entusiasmo e rispetto verso San Siro, il tempio del calcio che per decenni ha ospitato emozioni e leggende. «Se sono mai stato a San Siro? Certo! Alzando gli occhi dal campo verso gli anelli di questa eroica e stupefacente struttura architettonica, si realizza all’istante come tutto ciò riguardi la performance, lo spettacolo», ha detto l’architetto britannico. Parole che rivelano il suo desiderio di preservare la memoria di un luogo iconico pur proiettandosi verso un progetto moderno e ambizioso.

Tradizione e innovazione: il pensiero di Foster

Durante l’intervento, Foster ha espresso la filosofia che guiderà la creazione del nuovo impianto. «Disegnare lo sconosciuto è il compito del progettista: anticipare con spirito ottimista. Noi dobbiamo mettere i semi, ma solo il tempo dirà se un’architettura avrà successo oppure no e sarà capace di diventare davvero classico», ha spiegato.

L’obiettivo è creare uno stadio che unisca funzionalità, estetica e identità milanese, in linea con la tradizione ma capace di rispondere alle esigenze del calcio moderno. L’architetto ha definito la fase attuale come «un momento eccitante e cruciale, una sfida difficile ma affascinante», sottolineando la volontà di dare vita a un’opera che rifletta la doppia anima della città, quella rossonera e quella nerazzurra.

Il progetto di Foster e Manica punta a costruire una struttura aperta, sostenibile, tecnologica, con spazi pensati per i tifosi e per la comunità. Due squadre, due società, una città: tre elementi che secondo Foster devono convivere armoniosamente all’interno di un unico, grande progetto architettonico.

Un’eredità da rispettare, uno stadio per il futuro

Il discorso di Foster non ha ignorato l’eredità di San Siro, definita «un’icona straordinaria che esiste già». L’architetto ha spiegato che la storia e la memoria dovranno in qualche modo essere mantenute, riconoscendo il legame profondo tra i tifosi e lo stadio attuale. Allo stesso tempo, ha ribadito la necessità di guardare avanti: «Ci sono lacune che rendono inevitabile il percorso verso un nuovo stadio».

Secondo Foster, il futuro impianto dovrà rispondere alla crescita del pubblico e alle nuove esigenze di comfort e sicurezza, ma anche diventare un luogo vivo tutto l’anno, non solo nei giorni di partita. «Lo stadio è un po’ come una città, in continuo mutamento e figlio dell’incrocio di tante dinamiche diverse», ha aggiunto, sottolineando l’importanza di un progetto che sia anche motore culturale ed economico per Milano.

La collaborazione tra Milan, Inter e lo studio Foster + Partners si trova ora nella fase iniziale di disegno e pianificazione. L’ambizione è quella di creare uno stadio capace di stupire e di entrare nella storia, con un equilibrio tra rispetto per il passato e visione del futuro.

Per la città, sarà una sfida architettonica e identitaria di grande portata. E dalle parole di Foster traspare la convinzione che questo nuovo impianto possa diventare non solo la casa di due club, ma un simbolo di modernità per Milano, pronta a voltare pagina senza dimenticare le radici di San Siro.

Rendering del nuovo stadio di Milano per Milan e Inter con design moderno e capienza da 70mila posti
Uno dei rendering diffusi negli ultimi anni sul futuro stadio condiviso da Milan e Inter

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