News
Pagelle Milan, i voti della Gazzetta dopo l’1-0 contro la Roma: Maignan eroe, Pavlovic decisivo
Il Milan torna a sorridere a San Siro battendo la Roma per 1-0 grazie al colpo di testa di Strahinja Pavlovic, e la Gazzetta dello Sport celebra i rossoneri con voti che raccontano una vittoria sofferta ma di carattere. Il giudizio complessivo è 7 al Milan, una squadra che “concede il palleggio alla Roma e soffre per quasi un tempo”, ma che poi costruisce molto e rischia solo nel finale. Tra i protagonisti spiccano Maignan (8) e Pavlovic (7,5), autentici trascinatori. Il portiere francese “respinge il rigore di Dybala e regala i tre punti al Milan”, dopo una serie di interventi decisivi su El Aynaoui e Pellegrini.
La rosea premia anche la solidità difensiva di Gabbia (6,5), descritto come “leader tranquillo che annulla Dovbyk”. Sulla corsia opposta Saelemaekers (7) si fa valere per generosità e personalità, “tra i più positivi perché fa salire molto la squadra”. Qualche difficoltà invece per De Winter (5,5), colpevole di un errore che regala una chance a Dybala, ma più ordinato nella ripresa. Il peggiore in campo è Fofana (5), giudicato “ingenuo sul rigore e sprecone sotto porta”.
A centrocampo Modric (7) tiene in mano il gioco con classe, con “un paio di lanci strepitosi” e una regia che non si spegne mai, mentre Ricci (6,5) si batte da mezzala e si affaccia spesso in avanti. Meno brillante Bartesaghi (6), che soffre Celik e Soulé ma recupera il pallone da cui nasce l’azione dell’1-0. Davanti Nkunku (5,5) fatica a entrare nel vivo, trovando un palo casuale e poco altro. Leao (7) decide il match con l’assist per Pavlovic e costringe Svilar a due parate importanti: prestazione in crescita, premiata dalla Gazzetta.
Senza voto la prestazione dei subentrati Loftus-Cheek, Athekame e Tomori, che comunque hanno offerto un contributo utile nel finale. In panchina, Massimiliano Allegri ottiene 7: la Gazzetta sottolinea il suo approccio “attendista nel primo tempo”, ma anche la capacità di gestire con intelligenza il vantaggio e di portare a casa la vittoria “di corto muso”.
