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Milano, stadio “Silvio Berlusconi”
Per il Milan, per Milano, per il calcio italiano e mondiale, Silvio Berlusconi è un nome che resta inscritto in una dimensione senza confini. E che va oltre la semplicità di un ricordo. È il simbolo di una rivoluzione culturale e sportiva, Silvio Berlusconi. Per questo, immaginare il nuovo stadio della città intitolato a lui non suona come una forzatura. È un gesto naturale, quasi dovuto.
Chi ha vissuto gli anni dell’era Berlusconi sa bene cosa significasse sentire la frase “Siamo il Milan e dobbiamo vincere”. Non era arroganza. Era visione. Era l’idea che la grandezza non si attende, si costruisce. La squadra che è diventata leggenda, l’idea di calcio totale, europeo, coraggioso, moderno, nasce da lì. Dalla volontà di un uomo che non accettava il limite, che rifiutava la mediocrità e puntava, ostinatamente, al meglio.
Il Milan degli invincibili. Il Milan delle notti di Champions, dei Meravigliosi. Il Milan che ha insegnato al mondo che la bellezza può essere un principio tattico, che la vittoria non è solo risultato, è anche estetica. Tutto questo ha preso forma attraverso investimenti, scelte, idee, coraggio. Berlusconi non è stato un presidente qualunque. È stato il Presidente. Colui che ha mostrato la strada, colui che ha reso possibile ciò che sembrava impossibile.
Intitolargli il nuovo stadio che nascerà a poche decine di metri dall’attuale Meazza significherebbe ricordare un’identità, un’epoca, un modo di essere squadra e comunità. Milano è una città che vive di simboli, e i simboli, quando sono autentici, non si cancellano. Si tramandano.
E allora sì, si può dire senza timore: sarebbe un atto giusto. Un riconoscimento non di un passato che non c’è più, ma di un’eredità che continua a pulsare in ogni tifoso, in ogni bambino, in ogni ragazzo, in ogni adulto e anziano che tifa Milan. Un’eredità rara, unica, preziosa, Pensateci.




