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Per Bergomi è lui ad aver spostato gli equilibri del Milan: il nuovo acquisto conquista tutti

Beppe Bergomi non ha dubbi sul giocatore che sta spostando gli equilibri al Milan. Grandi complimenti al nuovo acquisto estivo.
Contro l’Udinese è arrivata una vittoria netta, costruita con intelligenza e senza sbavature. Il Milan ha conquistato tre punti pesanti con un 3-0 autoritario alla Dacia Arena, annullando una formazione che aveva appena battuto l’Inter a San Siro. Il dato più interessante non è solo il risultato, ma la struttura tattica con cui Massimiliano Allegri ha ridisegnato il volto della squadra. Ordine, equilibrio e compattezza: questi i tratti distintivi del nuovo Milan, che inizia ad assimilare principi chiari.
L’organizzazione difensiva è stata impeccabile, il centrocampo ha agito da filtro continuo e gli attaccanti hanno colpito con freddezza quando serviva. Una prestazione che ha colpito anche Beppe Bergomi, sempre attento nelle letture tattiche.
Bergomi: «Rabiot ha spostato gli equilibri, nessuno me lo toglie dalla testa»
L’ex difensore dell’Inter, oggi voce tecnica di Sky Sport, ha dedicato grande attenzione al lavoro fatto da Allegri. Secondo Bergomi, il Milan comincia le partite con un atteggiamento attendista, lasciando il possesso all’avversario e restando compatto con un modulo a 5-3-2, prima di cambiare passo in corsa. Il giudizio sull’ex juventino è chiaro:
«All’inizio il Milan concede il possesso all’avversario e aspetta con un classico 5-3-2. Il centrocampo è molto fisico, e continuo a pensare che Rabiot abbia spostato gli equilibri, nessuno me lo toglie dalla testa».
Bergomi ha poi aggiunto: «Dopo iniziano ad accoppiarsi, un po’ come il Napoli. Accettano l’uno contro uno, stanno un pochino più alti e pressano, una cosa che per le squadre di Allegri non era un’abitudine». Una trasformazione tattica che, secondo lui, sta cambiando il volto della squadra in modo evidente.
Allegri cambia approccio e amplia lo staff tecnico
Un altro punto sottolineato da Bergomi riguarda le scelte fuori dal campo. Il tecnico livornese, spesso criticato per metodi considerati superati, ha modificato anche la composizione del proprio staff, inserendo figure nuove. «Io lo ripeto da tanti anni, questi grandi allenatori devono circondarsi di bravi collaboratori. Quest’anno ha portato uno come Corradi, ha allargato il numero e forse la qualità, Corradi arriva da un’esperienza con le giovanili».
L’inserimento di Corradi potrebbe aver contribuito a un approccio più dinamico, sia nella fase di costruzione che nella pressione alta. Il Milan, ora, non solo vince, ma convince con un’identità tattica in crescita.

