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E quindi Galliani torna al Milan

Dopo sette anni al Monza e una retrocessione amara, Adriano Galliani potrebbe tornare al Milan in una nuova veste.
Il nome di Adriano Galliani resta indissolubilmente legato al Milan. Per oltre venticinque anni ha guidato i rossoneri con Silvio Berlusconi, costruendo squadre leggendarie capaci di vincere in Italia e nel mondo. Poi la parentesi Monza, lunga sette stagioni, con un percorso sorprendente culminato con la promozione in Serie A e una recente retrocessione in Serie B. Ora, dopo la cessione del club brianzolo al fondo americano BLv, il dirigente brianzolo è tornato al centro delle cronache calcistiche. Un passato glorioso, un presente di riflessione, un futuro pronto a colorarsi di nuovo a tinte rossonere.
Galliani apre al Milan: dichiarazioni, sogni e un legame mai spezzato
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex amministratore delegato del Monza ha parlato apertamente della possibilità di un ritorno al Milan. Non un rientro nelle stesse vesti, ma in un ruolo istituzionale diverso. «Io ho dentro 31 anni di Milan», ha detto Galliani, lasciando trasparire tutta la passione che non lo ha mai abbandonato.
Il dirigente ha speso parole importanti anche su Massimiliano Allegri, tornato sulla panchina rossonera: «Max è un grande allenatore… Il mio sogno è lo scudetto al primo colpo, come nel 2010. Può farcela, sono ottimista. I dirigenti rossoneri hanno fatto una scelta azzeccatissima». Sul fronte mercato, ha rivelato un rimpianto: «Modric? Avevamo Pirlo, poi quando è andato al Real è diventato inavvicinabile. Modric è un grandissimo, mi ricorda tanto Pirlo».
Un intreccio di ricordi, giudizi e auspici che non passa inosservato. Perché se oggi non c’è nulla di ufficiale, la sola idea di rivedere Galliani in orbita Milan riaccende inevitabilmente le speranze di chi non ha mai smesso di considerarlo parte della famiglia rossonera.
Il futuro tra passione, stadio e una frase che lascia spazio a ogni ipotesi
Galliani non ha nascosto la sua anima da tifoso. «Mai smesso di esserlo. Non mi sono mai trattenuto neppure da dirigente del Monza», ha confessato. Le telecamere lo hanno spesso immortalato in reazioni istintive, figlie di un amore viscerale per il calcio e per il Milan.
Sul tema stadio, l’ex dirigente è stato netto: «Una città come Milano non può non avere un grande stadio in linea con i tempi. Il luogo non può che essere San Siro. L’eresia non è abbattere San Siro, ma Inter e Milan fuori dalla loro città».
Poi, l’ultima battuta, dal sapore enigmatico: «Cosa farò da grande? Solo Dio lo sa». Una risposta che mantiene il mistero, ma lascia aperta una porta verso un possibile ritorno. Perché, come canta Antonello Venditti, “certi amori fanno giri immensi, poi ritornano”.

