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San Siro, clamoroso: un solo consigliere potrebbe determinare il futuro dello stadio di Milan e Inter

Il voto sulla vendita di San Siro a Milan e Inter slitta ancora: tutto rimandato al Consiglio comunale di lunedì.
Il verdetto definitivo sul futuro del Meazza non è ancora arrivato. Palazzo Marino ha fissato a lunedì la discussione decisa, lasciando in sospeso la delibera che riguarda la cessione dell’impianto a Milan e Inter. Una scelta che pesa, perché il tempo stringe: l’offerta d’acquisto dei due club scadrà alla mezzanotte del 30 settembre, e riduce al minimo i margini di manovra. Senza un via libera entro quella data, sfumerebbe la possibilità di costituire la società acquirente e firmare l’atto notarile entro il 10 novembre, quando scatterà il vincolo culturale sul secondo anello dello stadio.
Ombre societarie e richiami alla trasparenza
La discussione si è infiammata soprattutto dopo l’intervento di Nando Dalla Chiesa, presidente del Comitato legalità e antimafia, che ha messo in guardia sulla scarsa chiarezza relativa agli assetti proprietari di Inter e Milan. Secondo lui il Comune rischia di non avere alcun margine di controllo sulle mosse future delle società sportive. La giunta sta valutando l’introduzione di un emendamento mirato proprio a garantire maggiore trasparenza e strumenti di vigilanza.
Numeri sul filo del rasoio
Sul piano politico i conti restano in bilico. I favorevoli oscillano intorno ai 24-25 voti, mentre i contrari – tra cui anche pezzi della maggioranza – sarebbero almeno 7-8. L’opposizione, compatta, ha già annunciato 17 voti contrari. Tutto dipenderà da Marco Fumagalli, capogruppo della Lista Sala: la sua scelta potrebbe ribaltare l’esito della delibera. Un solo voto, dunque, rischia di scrivere il futuro di San Siro.

