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Il papà di Gimenez ha rivelato cosa ha fatto Santiago per vestire la maglia del Milan

Un’estate turbolenta, con cambiamenti in panchina e in dirigenza, aveva alimentato interrogativi sul destino di Santiago Gimenez. Il giovane attaccante messicano, arrivato al Milan con grandi aspettative, ha vissuto settimane di incertezza mentre i rossoneri rivoluzionavano l’organico e salutavano due prime punte. In quel periodo il suo nome è stato accostato a diverse squadre, italiane e straniere, alimentando ipotesi di partenza che avrebbero potuto interrompere il suo percorso a Milano.
Christian Gimenez racconta i retroscena sulla permanenza del figlio in rossonero
A chiarire la situazione è stato Christian Gimenez, padre di Santiago ed ex calciatore, intervenuto in Argentina a «Por mis pelotas». L’ex attaccante ha raccontato i momenti più delicati dell’estate: «Ad un certo punto ci sono stati molti cambiamenti al Milan. La verità è che sono andati via i due attaccanti e Santi è rimasto, quindi sì, ci sono state molte voci. Ma alla fine hanno ritenuto che la cosa migliore fosse che Santi restasse. Quindi lui sta bene, è contento». Parole che confermano come il club abbia deciso di puntare con convinzione sul giocatore, ritenuto centrale nel progetto tecnico.
Christian Gimenez ha aggiunto: «Quando eravamo in Olanda, era cercato anche da altre squadre, ma quando è spuntato il Milan ha detto: “Milan”. Ed è stato tutto Milan, Milan, Milan. Su sette opzioni, quando è arrivato il Milan per lui è stato subito chiaro». Dichiarazioni che rafforzano l’idea di un legame forte tra il calciatore e il club rossonero, percepito come una scelta di cuore e di carriera.
Gol in Coppa Italia e fiducia ritrovata per l’attaccante argentino
Il ritorno alla rete in Coppa Italia contro il Lecce ha ulteriormente rafforzato la sua posizione. Santiago Gimenez ha dimostrato di saper attendere con pazienza il momento giusto, trasformando la fiducia della società e della famiglia in energia positiva. Il padre ha raccontato il percorso degli ultimi mesi: «Parlavo molto con lui e non mi preoccupava troppo la mancanza di gol, perché si creava occasioni. Ne parlavamo molto anche con il profe Mesa, che è una sorta di mentore per la sua carriera. Santi parla con lui e con me e spesso quello che gli dicevamo era che doveva restare tranquillo».
Un atteggiamento maturo che ha premiato il lavoro quotidiano e la dedizione all’allenatore. «Al di là del gol, si stava creando opportunità, lavorando per la squadra, facendo quello che l’allenatore chiedeva. La verità è che lui è molto felice. È un ragazzo di qui, dà tutto quello che ha». Una conferma di come il Milan possa contare su un attaccante motivato e consapevole, pronto a ritagliarsi un ruolo da protagonista nella stagione.

