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Milan, le parole di Panucci fanno riflettere: «C’è un problema da risolvere»

In un’intervista al Corriere della Sera, Christian Panucci analizza il lavoro di Massimiliano Allegri al Milan, parla di Scudetto, turnover e dei giocatori che più lo hanno colpito.
Christian Panucci, ex difensore del Milan tra il 1993 e il 1996, ha parlato in esclusiva al Corriere della Sera, soffermandosi sul rendimento del Milan di Massimiliano Allegri. Dopo aver ricordato il suo legame con Fabio Capello, l’ex terzino ha spiegato: «Fabio è super professionista, non regala niente. Mi ha voluto ovunque, come giocatore e poi come assistente. Abbiamo sempre avuto un rapporto vero, schietto». Un passaggio doveroso per chi deve molto alla scuola di Capello, simbolo di rigore e mentalità vincente.
Parlando invece dell’attualità rossonera, Panucci ha elogiato il lavoro del tecnico livornese: «È stato bravo a entrare nella testa dei giocatori e la squadra sembra essere partita con il piede giusto. Ha un ottimo gruppo». L’ex difensore, però, ha voluto sottolineare che fare peggio della passata stagione era difficile, invitando quindi alla prudenza nei giudizi.
Cosa manca per provare a conquistare il titolo
Panucci non si sbilancia, ma non esclude che il Milan possa lottare per lo Scudetto: «Avendo solo il campionato, può fare qualcosa di buono. Ma sul lungo periodo, per duellare con le big, serve un grande difensore di esperienza». Una riflessione lucida, che tocca un punto nevralgico del progetto tecnico di Allegri: la necessità di solidità difensiva per sostenere ambizioni di vertice.
L’ex rossonero ha poi analizzato la corsa al titolo indicando le sue favorite: Napoli e Inter. Secondo lui, la Juventus perde molto senza Gleison Bremer, elemento centrale per la compattezza del reparto arretrato. Panucci non crede, però, che le squadre impegnate in Champions League siano penalizzate dagli impegni europei: «Solo noi italiani ci complichiamo la vita con questi discorsi. Ai miei tempi, con il Milan, giocavamo sempre gli stessi mercoledì e domenica».
Una stoccata diretta al calcio moderno, dove il concetto di turnover è diventato centrale. «Mi pare che il Real Madrid e il Bayern Monaco, tra campionato e coppa, non si abbandonano a chissà quale turnover», ha aggiunto, evidenziando come la differenza spesso nasca dalla mentalità più che dalla condizione atletica.
Pulisic e Soulé, le rivelazioni di inizio stagione
Nel finale dell’intervista, Panucci ha voluto indicare i due giocatori che più lo hanno impressionato in questo avvio di stagione. «Matias Soulé, perché si vede che si sta impegnando per assimilare rapidamente i concetti di Gian Piero Gasperini. Poi Christian Pulisic, un giocatore che sa emozionare».
Il pensiero conclusivo è per un altro calciatore milanista, leggenda del calcio mondiale: Luka Modric. «Pensa e fa girare la palla più velocemente degli altri. Però se a 40 anni eccelle in tal modo, dobbiamo farci due domande sul valore del campionato».

