Circola in orbita Milan il nome di Damien Comolli. “Chi è” vi state chiedendo? Damien Comolli è il presidente del Tolosa, squadra della Ligue1 di proprietà di RedBird. Il fondo americano che fa capo a Gerry Cardinale - con le mani sul timone del Milan -, è in trattativa per la cessione del club francese con Fenway Sports Group, holding proprietaria del Liverpool e di cui la stessa RedBird possiede l'11% delle quote. Secondo recenti indiscrezioni giornalistiche, in estate Damien Comolli potrebbe trasferirsi a Milano per ricoprire la carica di nuovo amministratore delegato ai piani alti di Via Aldo Rossi.

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Comolli Tolosa ride

Chi è Damien Comolli e perché è accostato ai rossoneri? I media che si occupano di Milan lo descrivono come un candidato ideale, e il motivo è presto spiegato. Damien Comolli è un pioniere del cosiddetto “metodo Moneyball”, sistema che basa il reclutamento dei giocatori sull'analisi di numeri, dati e caratteristiche individuali. Il suo curriculum è di tutto rispetto. È stato, per cominciare, calciatore e allenatore delle giovanili del Monaco, stretto collaboratore di Arsene Wénger. È uomo di campo Comolli, ancora prima che dirigente attivo dietro la scrivania.

Chi è Damien Comolli: la lunga gavetta all'Arsenal

Nel 1996 e per sette lunghe stagioni è stato osservatore all'Arsenal. Proprio lui ha scoperto alcuni dei più importanti calciatori lanciati in quegli anni dai Gunners: Kolo Touré, Emmanuel Eboué e Gael Clichy i primi nomi sulla lista. Per un anno, dal 2004 al 2005, Comolli ha diretto poi l'area tecnica del Saint-Étienne, in Ligue1: sotto la sua direzione i francesi hanno chiuso con il sesto piazzamento in campionato e raggiunto le semifinali della Coupe de France. Durante la sua permanenza nel dipartimento della Loira, Comolli ha supervisionato una serie di importanti acquisti per la prima squadra e sviluppato partnership con club junior e dilettantistici, a livello locale, nazionale e internazionale.

Gli anni al Tottenham e il ritorno al Saint-Étienne

Il successivo passo avanti in carriera è arrivato al Tottenham, anno 2005: nell'omonimo sobborgo di Londra è stato responsabile dei dipartimenti medico, accademia, scouting e segreteria del Club. A lui va accreditato il reclutamento di diversi giovani talenti passati nello spogliatoio degli Spurs: Luka Modric ad esempio, futuro Pallone d'Oro nel 2018, Benoit Assou-Ekotto, Heurelho Gomes, David Bentley, Vedran Corluka, Roman Pavlyuchenko e Dimitar Berbatov. Com'è andata? Insomma, non proprio benissimo. Il suo secondo capitolo scritto in inglese è stato segnato da continui e accesi scontri con gli allenatori (Martin Jol, Juande Ramos e Gus Poyet) per alcune scelte di mercato non del tutto condivise. Da dimenticare anche il ritorno al Saint-Étienne, nel 2008, in qualità di direttore sportivo. L'allora co-presidente dei Les Verts, Bernard Caiazzo, in una intervista al News of the World lo aveva bollato come principale artefice della crisi finanziaria del Club:

Damien ha speso 22 milioni di euro dei nostri soldi per sette giocatori nell'estate dello scorso anno. Solo uno è titolare in prima squadra adesso. Gli abbiamo dato le chiavi del nostro club e ora siamo in difficoltà finanziarie. Il mio L'opinione di Damien è che preferisce la stazza e la forza come qualità a cui punta per prime. Forse, con più soldi a sua disposizione, farà meglio a Liverpool rispetto a noi.

Luka Modric e Damien Comolli ai tempi del Tottenham

Al Liverpool il crollo verticale (ma anche buone idee)

Decisamente più negativa però è stata l'avventura, molto ambiziosa, vissuta da Comolli al Liverpool, decollata nel 2010: chiamato a riportare i Reds in vetta alla Premier League, sotto la sua direzione durata appena due stagioni il Club ha chiuso prima al sesto e poi all'ottavo posto in classifica. Tuttavia, da dirigente del Liverpool Comolli può vantare ancora oggi l'acquisto di due grandi attaccanti, indiscussi top player: l'uruguaiano Luis Suárez e l'inglese Andy Carroll (quest'ultimo pagato la bellezza di 42 milioni di euro al Newcastle, secondo calciatore inglese più costoso di sempre, all’epoca). Sul piano dei risultati, i suoi anni a Liverpool sono stati un vero e proprio disastro: Comolli venne criticato pesantemente per alcuni esosi investimenti non in linea con quanto poi conquistato sul campo dalla prima squadra. In particolare, nessuno gli ha mai perdonato i circa 50 milioni spesi per Charlie Adam, Stuart Downing e Jordan Henderson (quest'ultimo, però, consacratosi poi sotto la guida di Jurgen Klopp anni dopo come uno migliori centrocampisti della Premier League). Con Henderson Comolli ci aveva visto bene, anzi benissimo, ma intanto la sua carriera da manager dopo Liverpool ha subito una brusca frenata.

Damien Comolli direttore del Liverpool

Il riscatto con il Tolosa

Fermo per qualche stagione e passato nel 2018 ai turchi del Fenerbahce (esperienza senza grandi spunti da raccontare), dal 2020 Damien Comolli è tornato in pista, nell'organigramma del Tolosa con la carica di presidente. Nel club francese ha avuto l'incarico di ristrutturare la prima squadra con un budget ridotto a disposizione ma un settore giovanile florido, produttivo. Il lavoro a Tolosa è stato meticoloso: qualche anno prima il "metodo Moneyball” aveva preso piede, e lì si è accesa l'ispirazione. Comolli ha chiamato a Tolosa un ingegnere aerospaziale, Julien Demeaux, e gli ha affidato l'analisi dei dati, e come capo dell'area scouting del Club un ex giornalista sportivo, Brendan MacFarlane, con un passato da osservatore nel Brentford. Concentrandosi sul calcio europeo, il Tolosa ha pescato nelle categorie minori alcuni giocatori sconosciuti ma dal potenziale interessante e gli ha mescolati con i migliori prospetti cresciuti nel proprio vivaio. Il risultato? Due anni dopo il suo arrivo, i francesi hanno vinto la Ligue2, sono tornati a misurarsi nella massima serie e in bacheca hanno fatto spazio anche alla loro prima storica coppa nazionale.

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