Certe immagini restano incollate alla memoria: una mano che spunta come un guanto stregato all’incrocio dei pali, un volto che non trema, neanche quando il mondo trattiene il fiato. Gigio Donnarumma è questo da anni. Nell’epoca dei portieri liberi di testa e piedi, lui ha sempre imposto il suo codice: riflessi, istinto, freddezza. Con il PSG ha sfatato un altro tabù, raggiungendo la prima finale di Champions League. Lo ha fatto da protagonista assoluto, come al suo esordio tra i professionisti, come a Wembley con l’Italia.

Il Milan cambia nome per un giorno: una scelta speciale in un weekend dal significato profondo
Fa discutere la bordata di Boban a Donnarumma