Grande entusiasmo nella Milano nerazzurra per la festa scudetto dell'Inter: in Città Lautaro e compagni hanno celebrato il ventesimo titolo in campionato, un momento storico innanzitutto perché vale la seconda stella appuntata sulla maglia. I tifosi si sono uniti ai festeggiamenti della squadra per le vie del capoluogo lombardo, da San Siro verso piazza Duomo (due i pullman scoperti, a bordo giocatori, staff tecnico e collaboratori del club) con la solida dose di sfottò a fare da contorno. Era successo anche nel maggio del 2022 con la parata scudetto del Milan…

Festa scudetto, l'Inter si vendica così…

Tra i nerazzurri più scatenati Denzel Dumfries, che ha trasformato i festeggiamenti dell'Inter lungo le strade di Milano in un'occasione per risolvere qualche conto in sospeso. Con chi? Con il collega rossonero Theo Hernandez. L'olandese ha mostrato un eloquente due aste durante la parata celebrativa nerazzurra, provocatorio e offensivo.

Dumfries il “cane” Theo Hernandez

Sullo striscione incriminato Denzel tiene per il guinzaglio un cane, la cui faccia è quella del terzino francese del Milan. L'antagonismo tra Dumfries e Theo Hernandez non è nuovo agli appassionati di calcio.

Nei derby di Milano, sul campo, i due si sono spesso contrapposti, arrivando persino a momenti di accesa tensione. L'episodio più recente, durante la stracittadina che ha sancito per l'Inter la matematica conquista dello scudetto, ha visto i due protagonisti di una rissa culminata con una doppia espulsione: al 93' Denzel e Theo si erano messi le mani in faccia e al collo; il direttore di gara aveva estratto per entrambi il cartellino rosso.

Milan Inter scontro Dumfries Theo hernandez

La gestione dei successi

Gli scherzi e gli sfottò fanno parte della cultura calcistica, soprattutto in contesti di rivalità storica come quella tra Inter e Milan, ma un certo limite non si dovrebbe mai superare. Alla brutta figura di Dumfries durante il corteo dell'Inter per le vie della Città ha fatto da contraltare l'atteggiamento più sportivo di altri giocatori nerazzurri, uno fra tutti Hakan Calhanoglu (preso di mira due anni fa durante la festa scudetto del Milan). Calha qualche sassolino da togliersi dalle scarpe lo avrebbe, eccome se lo avrebbe! E invece… Il turco ha preferito mantenere un profilo basso, insomma: non si è vendicato. La differenza tra i due compagni di squadra è chiara, netta, ma non sorprende: la gestione delle vittorie e delle tensioni, dopotutto, è sempre una questione personale e soggettiva.

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