Chi ha conosciuto il cardinale Robert Francis Prevost prima del conclave lo descrive come un uomo curioso, attento, appassionato. Non solo libri e preghiera. Anche serate davanti alla televisione, partite seguite con interesse crescente, risultati controllati con discrezione tra un impegno e l’altro. Una passione che ha saputo coltivare senza ostentazioni, ma che oggi, con il nuovo ruolo, suscita sorpresa. Perché il calcio, in certi ambienti, resta un linguaggio insolito.

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