Nel racconto di Gimenez a GQ México non solo calcio. C’è tanta vita, gioie e dolori. C'è una trombosi a 17 anni che ha rischiato di spezzargli la carriera: «Mi dissero che forse non avrei più potuto giocare. Mi misi a piangere con mio padre». Un episodio che lo ha cambiato per sempre: «Mi sono inginocchiato sotto la doccia, al buio, e lì ho sentito la sua presenza. Da quel giorno ho deciso di camminare con Dio».

Anche gli infortuni sono diventati un banco di prova: «Essere infortunati è orribile, ma cerco di viverlo come un’occasione per diventare più forte». Non mancano riflessioni sulla pressione mediatica e sulla superficialità di certi giudizi: «Nel calcio moderno la gente guarda solo le statistiche. Se hai pochi gol o assist, anche se hai fatto una grande partita, non conta». Ma Gimenez resta saldo, anche di fronte alle critiche: «Se hai chiaro il tuo obiettivo e la tua missione, quello che succede attorno a te non conta». Una visione chiara, senza compromessi, che lascia intendere quanto il Milan abbia puntato su un profilo davvero ambizioso. 

Santiago Gimenez accovacciato sconsolato sul campo dopo la sconfitta del Milan nella finale di Coppa Italia 2025 contro il Bologna
Santiago Gimenez, accovacciato sul terreno di gioco, mostra tutta la sua delusione dopo la sconfitta del Milan nella finale di Coppa Italia 2025 contro il Bologna - Image Photo Agency (via Delta Pictures)
Il Bayern Monaco si muove per Leao: la risposta del Milan (e la richiesta di Allegri)
Un fulmine dall'Inghilterra scuote il Milan: anche Pulisic se ne va, forse