Stefano Pioli è abituato alle turbolenze. L'ultima, la più forte degli ultimi anni, lo sta sballottando un po' ovunque (che fine farà il tecnico a campionato concluso?). Voci, problemi, fastidi che però sembrano non distogliergli minimamente l'attenzione dalle ultime salite di maggio. Domani per il Diavolo c'è una tappa che sulla carta può sembrare leggera, adatta più per i velocisti che per gli scalatori (per usare un gergo ciclistico), ma non lo sarà. Per niente. Domani sera a San Siro arriva il Cagliari di Ranieri, i sardi sono inguaiati nella corsa per salvare la categoria e non possono certo abbassare la guardia. Pioli chiede impegno:

Dobbiamo vincere perché siamo stati troppo a lungo senza vittorie, perché il secondo posto è importante e non è ancora stato conquistato, e perché occorre rispetto verso il Club e i tifosi.

Pioli il parafulmine

In conferenza stampa il volto del tecnico del Milan è di cera, non traspare la minima emozione. Ermetico. Nulla può disturbarlo, se non l'eventualità di vedere i suoi ragazzi senza la giusta energia e motivazione:

Come sto io? Non mi dà più fastidio nulla, l'unica cosa che mi darebbe fastidio sarebbe vedere una squadra senza motivazioni ed energia per finire al meglio. Ma la squadra sta bene. Non conta come sto io, poi a fine stagione col club si deciderà il nostro futuro. Credo che il club abbia dimostrato in questi anni di saper lavorare e poter essere ambizioso. Poi, ripeto, tutti insieme dobbiamo provare a finire nel migliore dei modi questo campionato, dopo di che il club proverà a dare delle risposte giuste al momento opportuno.

Pioli giacca campo

Milan concentrato

Senza più traguardi all'orizzonte (se non confermarsi al secondo posto), il rischio che qualche big della rosa possa già spostare i pensieri verso l'Europeo in programma tra poco più di un mese è concreto. Pioli però assicura che lo spogliatoio non ha dato alcun segnale di resa:

A inizio settimana ho detto che il mio ufficio è sempre lì, e quindi chi si fosse sentito di aver già dato tutto, un po' stanco, meno energico, chi non si fosse sentito di essere in grado di poter aiutare la squadra, avrebbe potuto dirmelo, ma nessuno si è presentato. Quindi ho visto le cose che volevo vedere. Il più grande rimpianto di quest'anno? Le due partite con la Roma, nel modo più assoluto, perché potevamo andarci anche noi in semifinale con il Bayer Leverkusen.

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