C’è qualcosa di simbolico nel modo in cui il Milan ha scelto di ripartire: non voltando le spalle al passato, ma affidandosi a due figure capaci di unire pragmatismo e competenza. Igli Tare e Massimiliano Allegri incarnano bene l’idea di ricostruzione ragionata, senza promesse vuote. Dietro questa rivoluzione, però, c’è anche un’esigenza concreta: sistemare i conti dopo una stagione fallimentare, senza Europa e con un bilancio che impone scelte difficili.

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